Credo che un minimo di presentazione sia dovuta e quindi eccomi. Mi chiamo Fabio Gonnella e ho trascorso gran parte della mia vita ad Abbadia San Salvatore sul Monte Amiata in provincia di Siena. E’ proprio ad Abbadia che ho incontrato l’ultimo custode dell’arte di lavorare il ferro. Rino Coppi, questo era il nome del mio maestro, era l’ultimo discendente di una vera e propria dinastia di fabbri. Pare che i Coppi si siano spostati, nel XIV° secolo, dalle zone del pistoiese verso l’Amiata dove era richiesta la loro presenza in quanto fabbri. Tracce di fornaci per la riduzione del minerale (ematite proveniente dall’isola d’Elba, via Talamone) sono state rinvenute nelle immediate vicinanze del paese dove sorgeva una sorta di villaggio fortificato.
Da allora la tradizione lavorativa del ferro non si è mai fermata e intere dinastie si tramandavano i segreti di padre in figlio.
Si sa per certo che nel XVII° secolo Guaspero Coppi, antenato di Rino, gestisse una bottega di fabbro. Il mestiere del fabbro veniva tramandato solamente per via orale da padre in figlio, dando così origine a vere e proprie dinastie. L’ultima di queste dinastie è quella dei Coppi che però con Rino era arrivata all’estinzione; non avendo eredi maschi, sono riuscito a farmi accettare come apprendista dall’anziano fabbro che non solo mi ha tramandato tutti i segreti dell’antica arte, ma mi ha anche ceduto il testimone della ditta che ancora oggi si chiama Ditta Coppi, facendo di me il primo maestro non discendente di sangue. Stando in bottega con Rino, nella mia fase di apprendistato, ho avuto il grande onore di conoscere moltissimi dei vecchi amici del maestro, alcuni anche molto più grandi di lui, che passavano in bottega o per riparare qualcosa o soltanto per un saluto all’amico; tutti avevano storie e mestieri da raccontare e io, stando a contatto con loro, sono venuto a conoscenza dei loro mestieri e delle loro tecniche e ho così imparato moltissimi altri mestieri: il barrocciaio, il bottaio, il boscaiolo-carbonaio, il contadino, il falegname, lo scalpellino, il muratore e molti altri ancora e tutti con l’utilizzo di strumenti antichi.
Oggi sfrutto le mie capacità per produrre di tutto, dagli attrezzi per la campagna alle riproduzioni di ferri antichi per l’uso quotidiano ai ferri da taglio. La mia grande passione, però, è sicuramente quella di riscoprire le antiche tecniche di lavorazione per la produzione di arnesi e armi medievali, avvalendomi anche della collaborazione di amici, alcuni dei quali lavorano o collaborano con l’Università degli Studi di Siena, con i quali ho ricreato ambientazioni per la dimostrazione delle antiche metodologie di lavorazione. Per venti anni ho collaborato con il Parco Archeologico Minerario di San Silvestro a Campiglia Marittima , (una delle strutture principali dei Parchi della val di Cornia), in provincia di Livorno, dove sono stati ricreati gli ambienti per la lavorazione del minerale ed anche la bottega del fabbro per sperimentare le antiche tecniche di lavorazione nelle quali i visitatori del Parco erano attivamente coinvolti nelle varie fasi di lavorazione. Ma nel tempo il mio obbiettivo è diventato quello di realizzare una scuola dove poter insegnare gli antichi mestieri. Imparare un antico mestiere significa essere sufficienti a se stessi e apprendere come utilizzare le risorse di uno specifico territorio senza sprechi né scarti. Credo che sia una grande opportunità, non solo per salvare la memoria di antiche tecniche ma anche per dare a tutti la possibilità di crescita personale e sviluppare il proprio lato creativo. Questo è il mio intento e quello di chiunque accetti di frequentare una scuola così particolare, ben arrivati.
|